L’ipnosi è uno strumento poco conosciuto, e se lo si conosce, spesso, è rappresentato in modo molto scorretto. Frequentemente infatti è intriso di convinzioni e dicerie che mettono in cattiva luce questo prezioso e potente mezzo di trasformazione degli aspetti disfunzionali della nostra psiche. L’ipnosi, infatti, è stata contagiata da fantasmi e leggende, fondate sulla scarsa conoscenza e sull’applicazione spesso ridicolizzata o spettacolarizzata che raggiunge il grande pubblico e ne alimenta le paure, la ritrosia e le fantasie.

Sono molto felice di poter brevemente trattare questa tematica, per poter sfatare questi “falsi miti” e poter diffondere, al contrario, l’utilità efficace ed effettiva di questo strumento terapeutico.

Innanzitutto ci tengo a sottolineare che, per quanto sia sicuro e non generi gli effetti paventati dalle “false credenze”, è comunque molto importante rivolgersi a un professionista esperto per sottoporsi a un lavoro interiore condotto con l’ipnosi. Questo consiglio è motivato dall’enorme diffusione, piuttosto superficiale, di corsi che preparano “operatori ipnologi” che non possono avere una conoscenza psicologica approfondita delle caratteristiche soggettive e strutturali di chi si predispone ad essere aiutato. E’ infatti fondamentale avere la guida di uno psicoterapeuta, che abbia competenze specifiche sulla natura delle possibili problematiche di chi desidera approcciarsi all’ipnosi.

Tutto ciò è molto sottovalutato, spesso, consulenti poco preparati, possono generare altrettante esperienze negative, così come avviene nella spettacolarizzazione a cui tutti noi abbiamo sicuramente assistito.

Innanzitutto è importante sapere che esperienze analoghe all’ipnosi sono molto comuni. Ognuno di noi ha avuto ed ha quotidianamente una famigliarità con situazioni che possono essere assimilabili ad uno stato ipnagogico. Capita spesso di essere in auto, alla guida, e di ritrovarci a destinazione o più avanti nel nostro tragitto e, improvvisamente, scoprire di non essere stati coscienti del percorso eseguito, di domandarci come siamo arrivati fino a quel punto, visto che non abbiamo osservato, deciso, attenzionato ciò che abbiamo attraversato. Il tragitto che ci provoca questa esperienza è spesso abituale, in queste situazioni siamo entrati in una condizione psicologica affine all’ipnosi. Così come quando ci concentriamo completamente sulla visione di un film o sulla lettura di un libro… niente di ciò che c’è intorno a noi ci raggiunge, sperimentiamo uno stato di totale immersione in ciò che ci interessa e che stiamo seguendo. Queste sono esperienze piuttosto comuni, che ognuno ha sperimentato e che sono molto vicine a quanto si prova nella condizione ipnotica.

Voglio anche tranquillizzare chi ha “sentito dire” che esista la possibilità di perdere coscienza e volontà, di poter essere plagiati o circuiti. Nulla di tutto ciò può accadere, infatti nessuno ci può instillare informazioni che contrastino le nostre convinzioni e la nostra volontà. Lo stato di regressione a cui si accede, consente, come dirò in seguito, di sperimentare un funzionamento mentale molto più espanso, ma in ogni caso si mantiene un livello di consapevolezza nel quale la presenza non scompare mai completamente. Si prova altresì frequentemente uno stato di profondo rilassamento, di benessere e rigenerazione.

Uno dei grandi vantaggi di questo strumento riguarda proprio questa modificazione temporanea a livello psichico. La nostra psiche opera quotidianamente con frequenze cerebrali differenti, le più comuni e continuamente utilizzate sono le onde beta, onde veloci che accompagnano l’uso della logica e della razionalità. In altri momenti utilizziamo invece le onde alpha e theta che ci permettono di immergerci in situazioni di rilassamento profondo, meditazione o nella condizione del sogno. Sono queste le onde cerebrali lente che caratterizzano quei momenti di immersione/isolamento che ho descritto in precedenza. Queste frequenze ci permettono di raggiungere una maggiore capacità di introspezione, di immaginazione e di concentrazione della nostra attenzione, e denotano l’utilizzo preferenziale dell’emosfero destro, al quale è maggiormente attribuita una mentalizzazione più creativa e simbolica. Al contrario, nella quotidianità, siamo sempre impegnati in attività che privilegiano la razionalità, così come avviene dal momento in cui, fin da bambini, cominciamo a frequentare la scuola. Sono davvero poche le opportunità che ci rimangono nelle quali possiamo permettere al nostro emisfero creativo di poter avere un ruolo attivo nella nostra vita.

I bambini più piccoli, invece, sono spesso in condizioni di “reverie”, uno stato psicologico di assorbimento e di immersione nel gioco e nella fantasia: immaginano, raccontano, inventano e spesso sono assorti e poco in contatto con la realtà circostante. Questo stato molto produttivo e creativo viene poi relegato dalla nostra cultura occidentale, che ci immerge fin dalla giovane età nella produttività e nella frenesia della vita collettiva. Poche sono le possibilità di dedicarci alla fantasia e alla creatività accompagnata dalla spensieratezza, il nostro emisfero sinistro prende il sopravvento e tutto ciò che riguarda aspetti più artistici è spesso stigmatizzato e non valorizzato, viene talvolta associato pericolosamente alla “pigrizia”.

Tutta questa premessa mi permette di avvalorare ancora di più l’opportunità di sperimentare l’ipnosi. Il nostro inconscio si esprime attraverso un linguaggio simbolico, legato al mondo immaginale. Il simbolo è la possibilità di esprimere un concetto attraverso qualcosa che possa rappresentarlo, ma che non sempre viene collegato in modo diretto e cognitivamente comprensibile. Siccome l’emosfero destro attraverso l’utilizzo, come ho premesso, dell’immaginazione e della creatività, si esprime in un linguaggio più simbolico e artistico, ecco che l’ipnosi ci permette di avere un canale preferenziale per raggiungere le informazioni contenute nel nostro inconscio. Questa opportunità facilita la permeabilità nella nostra coscienza dei contenuti inconsci o sommersi nell’inconscio a scopo protettivo, collegandosi alle informazioni che non sono immediatamente accessibili attraverso la logica o la memoria episodica consapevole.

L’ipnosi ci consente di ottenere una maggiore comprensione e collegamento degli eventi psichici disfunzionali attuali, quelli che ci provocano sofferenza e malessere, con le reali cause passate che amplificano la nostra reazione al presente. Tale iper-reazione è originata in noi da una catena di ricordi a partire da esperienze precoci difficili, traumatiche e dolorose, che si riflettono sulla nostra vita, generando paure, rabbia, gelosie e ogni genere di reazioni eccessive e inspiegabili, che si ripetono inarrestabilmente e ripetitivamente. Ciò è reso possibile grazie all’utilizzo della memoria associativa, che è la modalità di categorizzazione utilizzata dalla mente profonda, inconscia, e veicolata dall’attivazione dell’emisfero creativo. Il nostro cervello tende a riprodurre ciò che conosce, a riconoscere ciò che ha sperimentato come famigliare e a renderlo preferibile per noi nonostante ci ostacoli e ci renda infelici. Questa modalità di funzionamento del nostro sistema emotivo, del nostro campo energetico e del cervello, non è certo fonte di evoluzione per noi, e deve essere “bonificato”, trasformato dopo averlo reso consapevole. Gli attori della nostra crescita, spesso inconsapevolmente, ci potrebbero aver creato costellazioni conflittuali, modelli inadatti a noi, apprendimenti e convinzioni limitanti, incomprensioni e svalutazioni, traumi e umiliazioni, che generano in noi ripetizioni o rinunce nelle scelte, incontri insoddisfacenti, situazioni relazionali inadatte che continuano a perpetrare ciò che già dapprincipio ci ha creato infelicità.

Cerco ora di semplificare maggiormente questo argomento, che si dimostra molto potente per modificare le nostre concezioni, convinzioni e reazioni automatiche. Il nostro cervello memorizza dei fatti accaduti nel passato e che ci hanno procurato sofferenza, e, nell’intento biologico di non farci più sperimentare tali esperienze negative e difficili, il cervello nasconde certi ricordi che ci hanno fatto stare male, tali ricordi vengono “archiviati” in una parte del nostro cervello che contiene le emozioni per noi difficili, ma anche quelle felici. Il nostro “sistema” continua però a riattualizzare tali ricordi, unendo il passato al presente, in modo inconsapevole per noi, sottotraccia, continua ad aggiungere informazioni a quelle già presenti. Ciò accade nel momento in cui riconosce una situazione nel qui ed ora, e grazie alla nostra memoria associativa collega al passato un evento simile del nostro presente. Purtroppo per noi, la reazione che si produce come output del nostro “sistema”, è analoga a quella precedente. Peccato che il passato potrebbe essere molto iniziale per noi, potremmo infatti riprodurre una reazione di una giovanissima età, dei nostri due anni o anche di età precedenti o successive. Questo significa che come sostiene Piero Ferrucci: “la nostra psiche è antiquata: molti sono i suoi aspetti che non hanno più ragione di essere”. Più precoci sono i ricordi “dimenticati”, ma riattivabili, e più intense e magari angosciose sono le nostre reazioni inspiegabili! Ovviamente tutto ciò può affiorare in un momento qualsiasi della nostra vita, anche dopo fasi tranquille e soddisfacenti: accade qualcosa ed emozioni forti e pervasive si insinuano in noi e alterano il nostro equilibrio o generano un sintomo che potrebbe essere associato a una ripetizione di un trauma.

Grazie all’ipnosi Ericksoniana, che utilizza molto l’immaginazione e il simbolo, possiamo accelerare questo processo di comprensione, consapevolezza e di “pulizia” del nostro “database” interiore, per liberare maggiormente il nostro approccio alla realtà, riducendo i nostri condizionamenti provenienti da un passato che pur rimanendo per noi un grande insegnamento, non si riproduce più una con una ripetizione schematica, incontrollata e inconsapevole.

Per questo sostengo e metto anche in pratica personalmente, che il lavoro interiore è davvero la maggiore garanzia per la nostra salute mentale, emotiva e fisica.

Un effetto collaterale del lavoro su di Sè è il contatto profondo con una nostra dimensione importante, che ci consente di ricontattare il vero senso incastonato nella vita e nelle situazione che attraversiamo, sto parlando della sfera spirituale, che nel nostro tempo purtroppo è tanto sottovalutata e quasi rifuggita come superflua o addirittura inessenziale. Grazie al contatto con la nostra interiorità si sperimenta un rapporto molto più diretto e profondo con la nostra spiritualità naturale di esseri umani completi e in continua evoluzione animica.