Paura delle interrogazioni
Passa le ore a mordicchiarsi le
unghie e a ripassare la materia, ma quando l'insengnante entra in
classe Carola è già nel panico: inizia a immaginarsi di essere
chiamata alla lavagna e di entrare nel pallone.
Chiedo a Carola
di associare l'emozione che prova con una situazione vissuta nel
passato, si ritrova alle elementari dove la sua insegnante di
matematica l'aveva mortificata con grandi risate dei compagni per
un'operazione che aveva sbagliato.
Dopo averle detto che doveva
svegliarsi e che era imbranata, per gli anni successivi saltava
sempre il suo nome e non la faceva mai andare alla lavagna, lei
viveva questo atteggiamento della maestra come una grande
umiliazione.
Dopo aver applicato Logosintesi il ricordo si trasforma, Carola immagina di fregarsene dei compagni e che la maestra sia lì per aiutarla. Immagina di riuscire a risolvere l'esercizio con facilità.
Lavoriamo ancora sullo sguardo della maestra quando la mamma viene a prenderla a scuola, è uno sguardo severo e giudicante. Lavorando con Logosintesi lo sguardo nella sua memoria si trasforma in uno sguardo comprensivo.
Le faccio immaginare di essere interrogata di inglese e dice che si sente tranquilla e sicura, si vede piena li luce e di forza.
Torna la
settimana successiva e di racconta che l'insegnante d'inglese non si
capacitava del suo miglioramento. Nel primo quadrimestre aveva 4 in
pagella e l'ultima interrogazione ha preso un 8 e si è sentita
tranquilla.